Appaloosa Records presenta il nuovo album di Michael McDermott, tra i migliori esponenti odierni della canzone d’autore a stelle e strisce: What In The Wolrd… è un disco rock, giocato sui contrasti tra fingerpicking di chitarra acustica e ruvide sonorità elettriche. In poche parole, What in the World è un tour de force di un cantautore che in vita sua ne ha già passate quante basta. “Avrei potuto essere in gara” canta Michael e, nell’eroico contesto musicale, risulta più una celebrazione che un lamento: un imponente dito medio agli dei che lo avevano designato come il nuovo ragazzo prodigio tre decenni fa, per poi abbandonarlo singhiozzante al lato di una strada. È stata molto dura da allora, ma poi è venuto il giorno in cui Michael si è infilato dentro a una bottiglia e l’ha stappata con forza sopra la sua testa. “Sono certo conosciate già la storia” - racconta Michael - “un contratto discografico arrivato prestissimo, un po’ di successo e poi la caduta lunga e lenta e la distruzione. Prigione, riabilitazione: sei fortunato a essere ancora vivo, ragazzo”. Sono passati sei anni ormai da quando si sedeva al bancone e il lucido candore di cui è pervaso What in the World è la prova che il grande artista è ancora in gara. Come Nick mano fredda è andato a terra 99 volte e si è rialzato 100. E What in the World è il disco di un uomo che conosce sé stesso. Sanguinante ma indomito. What in the World è una cavalcata di emozioni e trame. Le chitarre richiamano ora Tom Petty, ora avvolgono con un caldo fingerpicking. La title-track è rock fino al midollo e un inno politicamente carico per l'anno delle elezioni. Michael tralascia ogni delicatezza e ringhia sul "nuovo ordine mondiale, i muri lungo il confine, i bambini in gabbia, l'ordine esecutivo". In “Blue-Eyed Barmaid” i ruoli si invertono, mentre la bellissima barista depressa riversa i suoi problemi sul cliente e non viceversa. Nel bellissimo pezzo “Die with Me”, guidato dal piano, Michael canta dello sprezzo e dell’esaltazione di fronte ai guai. E in “Contender” fa eco al pathos supremo di Marlon Brando in "Fronte del porto”, in un'oscena atmosfera di fiati e gioia assoluta. Altra splendida gemma è Positively Central Park, da incastonare assieme ad altre gemme nella corona di spine della vita. Sono molte le sofferenze cantate, ma il disco non soccombe mai all'oscurità. I personaggi saranno anche sepolti, ma non sono morti.
What In The World...
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Price: €15,00
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