C’è sempre molta attesa per un nuovo disco di James Maddock, cantautore di Leicester (UK) ma ormai da molti anni di casa a New York. Maddock è tra i musicisti più amati in Italia, con un pubblico fidelizzato che viene ripagato sempre con concerti intensi grazie alla bellezza delle sue canzoni, al suo stile chitarristico e a quella voce, roca e soffusa che rimanda a Steve Forbert e Rod Stewart e ai locali senza tempo del Greenwich Village.
Il nuovo album, il tredicesimo della sua carriera contando anche live e l’esordio coi Wood, si intitola “No Time To Cry” ed è pubblicato in Italia da Appaloosa Records.
Rispetto agli ultimi lavori questo disco segna un importante ritorno alla chitarra acustica e agli strumenti acustici. Ci sono violino, pianoforte, fisarmonica e sonorità che riportano l’ascoltatore immediatamente al suo disco più bello, Avenue C. Maddock dichiara il suo amore di gioventù per le prime vibrazioni di Rod Stewart (Mandolin Wind) e i primi Eagles e realizza un disco che i suoi fan aspettavano da tempo, con una produzione più leggera, senza elettronica, dove il rock molto spesso cede il passo al folk.David Immergluck lo troviamo in quasi in tutti i brani al mandolino, Brian Mitchell al piano, Ben Rubin al basso, Heather Hardy violini, Aaron Comess alla batteria, Scott Rednor chitarra elettrica, John Ginty al Rhodes, Kory Montgomery chitarra acustica….
Per impreziosire l’edizione italiana, come spesso accade, l’Appaloosa ha inserito la traduzione dei testi nel libretto. Imperdibile.